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L'attività fa seguito a 3 omicidi e un tentato omicidio a Belmonte tra gennaio 2019 e febbraio 2020

I carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Palermo hanno dato stamani esecuzione a nove provvedimenti cautelari in carcere, emessi dall'ufficio gip presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, per i reati di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose. L'indagine, condotta dal nucleo investigativo di Palermo e avviata nel gennaio 2020, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario secondo cui sussistono gravi indizi relativi all'operatività dell'organizzazione criminale operante a Belmonte Mezzagno (Pa), "che nell'ultimo triennio è stato teatro dei più eclatanti fatti di sangue dell'intera provincia di Palermo, immortalando un contesto territoriale caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza ed all'uso delle armi", sottolineano in una nota gli inquirenti. L'attività fa seguito a 3 omicidi e un tentato omicidio a Belmonte tra gennaio 2019 e febbraio 2020: furono uccisi Vincenzo Greco, Antonio Di Liberto e Agostino Alessandro Migliore, fratello di Giovanni ritenuto "uomo d'onore" della famiglia di Belmonte Mezzagno e attualmente detenuto mentre a salvarsi da un agguato fu Giuseppe Benigno nel dicembre 2019.
Nel corso dell'operazione, denominata "Limes", è emersa la figura di Agostino Giocondo che secondo gli investigatori avrebbe coordinato l'attività nei settori "tipici" di controllo di Cosa nostra, curando il mantenimento dell'ordine pubblico sul territorio e adoperandosi, per la risoluzione di controversie tra privati, sostituendosi allo Stato. In particolare si sarebbe attivato anche per il sostentamento dei detenuti della famiglia di Belmonte e per la restituzione della refurtiva rubata ad un commerciante, anche lui vicino alla famiglia mafiosa e arrestato oggi, con il quale avrebbe impedito di lavorare ad aziende concorrenti. Nel corso dei controlli sono state rinvenute 2 armi: un fucile da caccia marca Winchester calibro 12 con matricola parzialmente punzonata e un revolver calibro 38 special "Smith and Wesson" con matricola abrasa. Sarebbe proprio Agostino Giocondo il custode dell'arsenale della famiglia di Belmonte.

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