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Bancarotta fraudolenta e riciclaggio fra Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello

Una gestione illecita dei rifiuti all'ombra della mafia. E poi ancora intestazioni fittizie di beni, riciclaggio e molto altro. E' così che questa mattina i carabinieri e i finanzieri del comando provinciale hanno eseguito un'ordinanza cautelare.
L'operazione, denominata 'Cogenesi', ha portato al sequestro di beni per oltre 2,5 milioni di euro e agli arresti domiciliari di tre amministratori di imprese operanti nel settore dei rifiuti nei comuni di Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello e già destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia per collegamenti con esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato. L'ordinanza, emessa dal gip di Palermo su richiesta della procura, prevede anche l'obbligo di dimora per l'amministratore di diritto e socio di alcune delle imprese e la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio per un dipendente del Comune di Partinico. L'accusa, a vario titolo, è di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie, inadempimento di contratti per pubbliche forniture, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. Al centro dell'indagini la Cogesi srl, ditta a cui il Comune di Partinico aveva aggiudicato il noleggio dei mezzi per il servizio di raccolta dei rifiuti. Le indagini, condotte anche attraverso l'esame dei flussi finanziari delegati dalla Procura di Palermo ai finanzieri di Partinico, hanno consentito di ipotizzare che gli indagati, "attraverso dei crediti sorti in capo ai soci e relativi a spese risultate fittizie per l'acquisto di carburante nonché ad altre operazioni simulate con una ditta individuale di fatto riconducibile agli indagati, avrebbero architettato un fittizio aumento del capitale sociale della Cogesi srl con il mero fine di accrescere la solidità economico-finanziaria e patrimoniale dell'azienda ed accedere così a bandi di gara più consistenti, inducendo in errore la pubblica amministrazione e continuando ad arricchirsi indebitamente con l'aggiudicazione illecita degli appalti indetti da vari enti locali per la gestione dei rifiuti". I finanzieri hanno inoltre constatato che gli indagati hanno distratto l'intero patrimonio aziendale della Cogesi srl, portandola al fallimento, utilizzando i capitali per l'acquisto di immobili e beni di lusso (tra cui imbarcazioni, orologi e supercars) e costituendo la nuova Eco Industry srl, con sede a San Giuseppe Jato, che avrebbe dovuto servire per le stesse finalità della Cogesi. Nel provvedimento cautelare, il gip ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei profitti derivanti dalla bancarotta fraudolenta e dall'utilizzo di false fatturazioni, del complesso aziendale della Eco Industry srl, di una villa a San Cipirello e di due autovetture di lusso (una Ferrari 488 e un Range Rover Evoque), per un valore complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Tra i soggetti coinvolti nell'operazione anche un dipendente del Comune di Partinico (Palermo).
Le indagini hanno preso il via nel settembre 2018 da un attentato incendiario ad alcuni mezzi e strutture dell'autoparco del Comune di Partinico. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno fatto emergere una relazione tra l'atto intimidatorio e una procedura di affidamento per il noleggio di mezzi destinati al servizio di raccolta dei rifiuti che l'Ente aveva aggiudicato alla Cogesi srl. I carabinieri hanno scoperto una connivenza fra il dipendente del Comune di Partinico - per il quale il gip di Palermo ha disposto la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio - e gli amministratori di diritto e di fatto della Cogesi srl. Il dipendente avrebbe omesso di contestare alla ditta gravi inadempimenti contrattuali, come il nolo di mezzi in misura inferiore a quella dichiarata, l'impiego di mezzi privi di revisione o non iscritti all'Albo dei gestori ambientali, la mancata messa in mora e risoluzione del contratto nei confronti della Cogesi e l'omessa comunicazione all'Anac della prematura interruzione del rapporto contrattuale.

I commenti
A commentare l'operazione sono stati il generale Antonio Nicola Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, e il generale Arturo Guarino, Comandante provinciale dei carabinieri di Palermo. "Si tratta di un approccio investigativo vincente, in cui vengono messe a sistema le professionalità di ogni singola forza di polizia per colpire in maniera incisiva un obiettivo comune: e' il metodo che ci ha insegnato il giudice Giovanni Falcone" ha affermato il primo. "I finanzieri della compagnia di Partinico - ha aggiunto Quintavalle - hanno proceduto ad una lettura in chiave economico - finanziaria delle risultanze investigative acquisite dai colleghi dell'arma dei carabinieri. Ciò ha consentito di acquisire elementi indiziari nei confronti degli amministratori, formali e di fatto, delle società oggetto di indagine e, sulla base degli esiti del contestuale esame della documentazione contabile e dei flussi finanziari, prospettare all'autorità giudiziaria palermitana la sussistenza dei reati di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie e auto riciclaggio".
"L'operazione odierna - ha aggiunto Guarino - è nella scia dell'intenso impegno informativo e investigativo dell'Arma su un territorio complesso, che ha portato nell'ultimo biennio - tra l'altro - a promuovere la procedura di scioglimento dei Comuni di San Cipirello e di San Giuseppe Iato e del Consiglio Comunale di Partinico. Il monitoraggio costante, questa volta in sinergia preziosa con i colleghi della Guardia di Finanza, ha fatto emergere elementi di responsabilità nel delicato settore della gestione dei Rifiuti, un ambito che si è spesso mosso nell'ombra della criminalità organizzata".

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